Caso resinovich, è battaglia fra accusa e difesa sui nuovi accertamenti tecnici

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Caso resinovich, è battaglia fra accusa e difesa sui nuovi accertamenti tecnici"


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Le strategie sono chiare, entrambe passano da nuovi accertamenti tecnico scientifici, ma vanno in direzione esattamente opposta. Si continua a indagare sull’omicidio di LILIANA RESINOVICH,


la sessantatreenne triestina scomparsa 14 DICEMBRE 2021 e ritrovata priva di vita 23 giorni dopo. Ma se la procura alla gip chiede accertamenti DI TIPO GENETICO, DATTILOSCOPICO E


MERCEOLOGICO SU ABITI, FIBRE, PELI, così come sul materiale sequestrato a casa di SEBASTIANO VISINTIN, marito della 63enne triestina uccisa tre anni e mezzo fa e al momento unico indagato,


la difesa dell’uomo chiede nuovi accertamenti legali, radiologici, genetici anche “decifrare morte, causa, luogo di permanenza della salma e data della morte”. Insomma, se la procura sembra


voler puntellare la catena di indizi che portano a Visintin, la difesa sembra voler allargare il campo a ipotesi alternative, inclusa quella iniziale del suicidio. CASO RESINOVICH, LA


PROCURA: “IL MARITO VISINTIN L’HA AGGREDITA E SOFFOCATA” di Alessia Candito 23 Maggio 2025 Obiettivo DELLA PM ILARIA IOZZI, scrive_ Il Piccolo_, sarebbe sottoporre a nuove e avanzate


tecniche di analisi, capaci di sequenziare milioni di frammenti di Dna il cordino trovato attorno al collo di Liliana Resinovich, i due sacchi neri in cui era infilato il corpo, i peli e i


filamenti di tessuto trovati sul corpo e sugli abiti della donna e un braccialetto recentemente acquisito a casa del fratello. Sotto esame, in sede di incidente probatorio, chiede il pm,


dovrebbero finire anche gli scarponcini che Liliana indossava, da sottoporre a una nuova consulenza botanica. Secondo quanto emerso dalla prima, terriccio e residui erano compatibili con il


terreno del boschetto in cui è stata ritrovata, facendo intendere che la donna fosse arrivata lì autonomamente. La procura adesso vuole invece capire se e in che misura quel materiale possa


fare match con quello presente nel roseto dell'ex Opp e nell'ex laboratorio di arrotino che Visintin aveva in via Donadoni. Un modo per riscontrare le dichiarazioni di CLAUDIO


STERPIN, intimo amico di Liliana, secondo cui la 63enne sarebbe stata uccisa altrove e spostata solo prima del ritrovamento? Peli e filamenti invece per la pubblica accusa dovrebbero essere


comparati con guanti e maglione sequestrati di recente a casa di Visintin, mentre il cordino andrebbe comparato con i gomitoli di spago che lì sono stati trovati, come con le lame di


coltelli e forbici sequestrati. Per Visintin invece, GLI AVVOCATI BEVILACQUA chiedono soprattutto una nuova consulenza sulle cause della morte di Liliana Resinovich, a pochi mesi dalla


superperizia della dottoressa Cattaneo, che ha ribaltato l’ipotesi di suicidio e dato nuovo impulso alle indagini. Da sciogliere, ci sarà anche il nodo della frattura vertebrale che a detta


del tecnico della morgue sarebbe stato lui a provocare durante le manovre di spostamento del cadavere.Adesso la palla passa alla giudice per le indagini preliminari Flavia Mangiante, che


dovrà decidere se e quali richieste accogliere. Solo dopo si passerà all’eventuale nomina dei periti e all’esecuzione degli accertamenti. Insomma, ci vorrà tempo e per il caso Resinovich la


soluzione sembra ancora lontana.


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